INTRODUZIONE :
Come prima uscita’ siamo lieti di ospitare in questo spazio uno scrittore bresciano ancora sconosciuto
, ma di sicuro avvenire , in questi ultimi anni impegnato nella stesura di un opera assai ardua ed ambiziosa che lo portera’ , a breve , ad ottenere riconoscimenti letterari molto importanti ; chissa’ se si ricordera’ di noi una volta famoso.
In questa rubrica oggi ospitiamo un suo racconto breve , sperando possa , in futuro , scrivercene degli altri.
TITOLO : MONTE ISOLA (Racconto breve)
“ Per favore , sapete dirmi a che ora parte il traghetto per Montisola?” chiesi ad una giovane coppia che se ne stava sul molo riprendendo il paesaggio lacustre con la telecamera.
“All’
ufficio informazioni ci hanno detto che dovrebbe essere qui per le 10:20…lo stiamo aspettando anche noi.”
Guardai l’ orologio ; erano le 10:15.
Ringraziai i due sposini e volgendo lo sguardo al centro del lago vidi una grossa
imbarcazione che si dirigeva verso il nostro molo.
Di li a pochi minuti il traghetto getto’ gli ormeggi vicino al pontile su cui ci trovavamo.
Un addetto della “Societa’ di navigazione Lago d’ Iseo” nella sua caratteristica
uniforme blu lego’ una grossa cima ad uno dei pali d’ ormeggio e quando l’ imbarcazione fu del tutto ferma calo’ una passerella per permettere ai passeggeri di salire a bordo.
Le operazioni di imbarco furono ultimate in pochi
minuti e finalmente il traghetto fu pronto a prendere il largo alla volta dell’ isola.
A bordo oltre a me si trovavano gli sposini emiliani , una coppia di anziane signore milanesi ed alcune comari montisolane di ritorno dal mercato di Iseo ,
che con i loro allegri discorsi e le loro risate riempivano l’ aria di allegria. Io , dopo avere pagato il biglietto , uscii sul ponte a prendere un po’ di aria e mi fermai ad osservare il magico panorama che mi stava dinnanzi.
Ero come
incantato da quelle acque scure circondate da montagne verdissime che vi si specchiavano.
Tutto il lago era avvolto da una leggera foschia.
Un pallido sole riusciva a malapena a penetrare quella cortina fumosa conferendo a tutto l’ ambiente
un’ aspetto vagamente irreale.
La mia mente inizio’ a vagare ed io, completamente assorbito dai miei pensieri, non mi accorsi della strana figura che mi si era accostata.
Era una donna molto vecchia e la sua schiena era completamente
curva.
Aveva il volto solcato da rughe profondissime , ma i suoi occhi neri rivelavano un’ energia straordinaria in una persona di quell’ eta’ cosi’ avanzata.
Se ne stava li, a due passi da me, guardandomi con quei neri
occhi , senza dire una parola.
Rimasi subito profondamente colpito dal suo aspetto. I suoi abiti dovevano essere vecchissimi , poiché erano di una foggia che pareva avere almeno un secolo, e portava sulle spalle una gerla carica di fieno.
Questo fatto mi colpi’ ancor piu’ profondamente dei suoi abiti.
Non avevo mai visto nessuno viaggiare su un traghetto con un carico di fieno.
Era una cosa molto strana e per me inquietante.
Anche il modo in cui era comparsa, senza che nessuno l’ avesse vista, non mi faceva certo stare tranquillo.
Ero in preda ad un’ inquietudine indefinita, come se non riuscissi a capacitarmi di quella strana presenza.
Fu allora che
mi rivolse la parola.
Le sue parole avevano il suono di una nenia e parlava un dialetto che era simile a quello di Montisola , ma sembrava molto piu’ antico :
“Perché vai a Montisola?” mi chiese.
“Vado a
trovare degli amici” risposi io con la voce che mi tremava.
“Non è un bel posto , non andarci” mi disse di nuovo lei.
Poi inizio’ a raccontare una storia molto triste, piena di lacrime e sofferenza.
Parlava
di fatti successi molto tempo prima, e mentre parlava la mia tristezza e la mia inquietudine aumentavano.
A un tratto non riuscii piu’ a reggere il peso di tanto dolore e girando di scatto le spalle alla vecchia donna me ne tornai di corsa
nella cabina passeggeri.
In preda ad una forte emozione incrociai l’ impiegato della societa’ di navigazione e gli chiesi : “Sa chi è quella donna molto anziana che c’è di fuori sul ponte?” .
“Quale
donna?” rispose lui.
“Quella laggiu’” gli dissi voltandomi verso il ponte ed indicando il punto con il dito.
Ma appena mi voltai rimasi di ghiaccio.
L’ anziana donna non c’ era piu’.
( Marco Bello , 1997 )
L’ angolo della poesia….
Quando quaranta inverni faranno assedio alla tua fronte
Scavando trincee fonde nel campo della tua bellezza ,
L’ imponente livrea dell’ ammirata giovinezza
Sara’ ridotta a uno straccio d’ abito tenuto in poco conto.
Se allora si chiedesse dove la tua bellezza giace ,
Dove tutto il tesoro dei giorni caldi di vigore,
Dire : nei tuoi propri occhi infossati
profondamente ,
Mostrerebbe con indiscreta lode , ingiuria implacabile.
Ma quale elogio parerebbe la tua bellezza logora
Se tu potessi replicare : “Questo bel bimbo mio ,
Assolvera’
il mio debito , rende scusabile ch’ io invecchi”.
Dimostrando la sua bellezza per successione , tua!
Sarebbe il tuo rinnovamento quando sarai vecchio ,
Vedresti il tuo sangue ardere quando gia’
ne sentirai il gelo.
William Shakespeare ( Sonetto 2 )
…..…e della saggezza
Dobbiamo distaccarci dall’ idea dei giorni e delle ore , per rivolgere sempre piu’ attenzione al minuto……..
Paolo Cohelo ( Il guerriero della luce )